Home » “Intervista a Diego Matteucci”
Scrittore ed Editor - Fondatore di Navigando Parole
Daniele: Diego, benvenuto a Navigando Parole! Parliamo del tuo ultimo libro uscito con Delos Digital: “Oltre il morbo“. Ha una storia editoriale piuttosto particolare. Raccontacela un po’.
Diego: Ciao a tutti e grazie per l’invito. Sì, hai ragione, è un percorso lungo in effetti. Il romanzo in realtà raccoglie quattro racconti nati nel tempo. I primi tre sono usciti tra il 2013 e il 2015, pubblicati nella collana The Tube Exposed di Delos Digital, uno spin-off della serie The Tube, creata da Franco Forte. Tutto è nato da un contest su Writers Magazine Italia. Alcuni anni più avanti ho sentito il bisogno di chiudere il cerchio con una quarta storia, Il tempio dell’innocenza. Ed è così che, dieci anni dopo, Oltre il morbo è diventato un romanzo completo.
Paolo: Un romanzo che, nonostante l’ambientazione zombie, tocca temi profondi. A tratti è quasi psicologico. Come è nato questo intreccio di elementi?
Diego: L’idea è partita da luoghi reali, come l’antica ghiacciaia di Parco Finzi a Milano, ribattezzata “Il tempio della notte”. Da lì ho costruito una storia che si muove nei sotterranei della città, tra sette segrete, profezie e personaggi alla deriva. Ma il vero centro del romanzo è Amelia, insegnante di matematica con un dono particolare, un sesto senso che ha paura di usare. Il suo cammino, da donna introversa a figura materna e potente, è il vero cuore della storia.
Daniele: Avevi già in mente di inserire il tema della maternità?
Diego: Non era un programma preciso, ma era inevitabile. Amelia evolve, incontra Abi, un cuoco indiano, nasce un legame e poi una gravidanza. Ma proprio durante la gravidanza perde i suoi poteri, come se la natura la volesse proteggere. Il tema è questo: le donne creano, gli uomini spesso distruggono. La maternità come atto rivoluzionario, come speranza. L’ho detto anche nel libro: il futuro, secondo me, è donna.
Paolo: E i bambini tornano più volte. Perché?
Diego: Perché l’infanzia è il punto d’origine di tutto. Amelia da bambina è stata rinchiusa in un manicomio per aver mostrato il suo dono. Quel trauma plasma la sua vita. Il secondo racconto è un omaggio a quei bambini dimenticati, feriti, esclusi. E poi c’è il figlio che nasce nel terzo racconto, che rappresenta la possibilità di rinascere in un mondo nuovo.
Daniele: C’è anche un elemento originale: un profumo che dovrebbe tenere lontani gli zombie.
Diego: Esatto. L’anice, per l’esattezza. Volevo un’alternativa all’idea di sporcarsi di budella per mimetizzarsi. Un odore forte, repellente. Forse l’ho scelto anche perché a me l’anice non piace. Un profumo che rappresenta speranza… che poi si rivela inutile. Simbolico, no?
Paolo: Parliamo dei due protagonisti: Amelia e Abi. Chi sono?
Diego: Amelia l’abbiamo già vista: una donna chiusa, razionale, quasi matematica. Abi, invece, è un cuoco indiano, più giovane, positivo, portatore di detti filosofici. Lavora in una casa di riposo vicino alla scuola in cui insegna Amelia. Non si conoscono, ma si sfiorano. Fino a quando il destino li mette insieme. Lui è il cuore, lei la mente. E si completano.
Paolo: Amelia conta sempre tutto, no? Anche i passi. Perché questa ossessione?
Diego: Perché è il suo modo per tenere sotto controllo l’ansia. Una bambina prodigio della matematica, che si rifugia nei numeri per proteggersi dal caos. Ma a fine romanzo lei cambia. Non ha più bisogno della filastrocca dei numeri primi. Cresce. E smette di contare.
Daniele: Il romanzo si chiude con Il tempio dell’innocenza. C’è la possibilità di un seguito?
Diego: No. La storia è chiusa. Era quella, e rimane quella. È un ciclo che si conclude lì, come doveva essere.
Paolo: Ultima domanda. Il tema zombie è trito e ritrito. Come si fa a renderlo ancora interessante?
Diego: Usandolo come pretesto. Oltre il morbo non è un romanzo di zombie, è un romanzo sull’umanità. Gli zombie sono solo uno specchio. Il vero centro è: come reagiamo alla fine del mondo? Chi diventiamo davvero?
Daniele: Diego noi ti ringraziamo moltissimo per la tua disponibilità e ti invitiamo già da ora per le tue prossime uscite.
Diego: Grazie a voi e a presto.