Home » Otto di Simona Conte
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La raccolta di racconti “Otto” di Simona Conte è un viaggio intenso e inquietante, che attraversa i territori oscuri della mente umana e svela con raffinata sensibilità l’intricato rapporto tra vita e morte. Composta da otto storie che spaziano dal noir al thriller psicologico, l’opera offre uno sguardo lucido e spesso disturbante sull’angoscia esistenziale, sul dolore della perdita e sulla fragilità umana.
I racconti, sebbene eterogenei nelle situazioni e nei protagonisti, condividono un filo rosso invisibile che li lega profondamente: la morte non è mai la fine, ma sempre un passaggio che conduce a una nuova dimensione di significato. Sin dal primo racconto, “Autopsia di una madre”, la Conte affronta con coraggio il tema del lutto e della perdita attraverso gli occhi di un protagonista ossessionato dalla decomposizione del corpo materno. Questa ossessione, descritta con dettagli scientifici e precisione quasi clinica, si trasforma sorprendentemente in una metafora potente della vita che continua oltre i limiti fisici, suggerendo al lettore una riflessione sulla morte come parte integrante della vita stessa.
In racconti come “La verità è nuda” e “Black is back”, l’autrice esplora ulteriormente le fragilità e le contraddizioni umane. La prima storia porta il lettore all’interno di un tradimento personale e professionale, mostrando come la scoperta di una scomoda verità possa segnare una sorta di morte simbolica, costringendo il protagonista a ridefinire sé stesso e il proprio percorso. Il secondo racconto, crudo e beffardo, affronta invece il tema della responsabilità umana e della giustizia morale attraverso un episodio di abbandono animale che conduce a una ironica quanto fatale vendetta.
Un altro punto di forza della raccolta è il racconto “Nero muove e vince in tre mosse”, che usa il gioco degli scacchi come metafora sottile e spietata delle dinamiche di potere e delle relazioni umane. Qui, l’autrice intreccia abilmente suspense e introspezione psicologica, culminando in un finale brutale che lascia il lettore sospeso tra sgomento e comprensione empatica della disperazione del protagonista.
Particolarmente significativo è il racconto conclusivo, “Perdita di memoria”, che occupa metà della raccolta, trasformandosi in una sorta di romanzo breve all’interno del volume. Qui, Simona Conte dà prova di grande abilità narrativa, costruendo una trama complessa e ricca di sfumature emotive e psicologiche. La storia ruota intorno a Tommaso e Vanina, personaggi complessi e tormentati, sospesi fra realtà e allucinazione, cinismo e amore puro. Il tema della memoria – o meglio, della sua assenza – diventa l’elemento chiave attorno al quale si sviluppa un’intensa riflessione sull’identità personale, sulla natura sfuggente della verità e sulle conseguenze spesso tragiche della manipolazione emotiva. Vanina, figura ambigua e suggestiva, è il motore segreto della storia, incarnando alla perfezione il concetto di passaggio tra mondi diversi, tra la vita e la morte, tra amore e distruzione. La profondità con cui l’autrice indaga i labirinti della psiche umana rende questo racconto un punto culminante della raccolta, per tensione emotiva e coerenza tematica.
Lo stile di Simona Conte è affilato e incisivo, capace di delineare con pochi tratti atmosfere dense di tensione e personaggi profondamente umani. Il suo linguaggio, al tempo stesso crudo e poetico, cattura il lettore e lo trascina in un vortice emotivo che non lascia indifferenti.
In definitiva, “Otto” non è solo una raccolta di racconti noir o thriller; è piuttosto una riflessione profonda e provocatoria sulla condizione umana, sul significato della vita e sul mistero insondabile della morte. Con questa opera, Simona Conte offre al lettore una lettura intensa e coinvolgente, capace di lasciare un segno profondo e duraturo nella coscienza di chi si avventura tra le sue pagine.